Una giornata afosa parte 2

Una giornata afosa parte 2
Andrea mi fermò dal braccio prima che potessi entrare.

“Io sto andando su, nell’altro bagno, credo di avere qualcosa allo stomaco.”

Lasciato Andrea, entrai nel bagno. Il cuore mi pulsava per l’eccitazione. Allo stesso tempo corsi al water, a chi non capita di farsela scappare alla vista di un cesso?
Il water era disposto accanto alla doccia. Non feci caso in quel momento, chiusi gli occhi e pisciai come non facessi da secoli.
Ad un tratto mi accorsi che il padre di Andrea, Peppe, mi stesse fissando.

“Hai proprio una bella minchia, figliolo.”

Non riuscii proprio a non arrossire. Non mi accorsi che il box doccia aveva una metà del vetro non oscurata, probabilmente era stata cambiata successivamente a causa di una rottura o perdita. Lui mi fissava proprio da lì. Anche io feci lo stesso: stava massaggiandosi le palle col sapone, quasi non si vedevano dalla tanta schiuma. Poi si girò quasi a mostrarmi il culo e si infilò un dito, come a volerselo pulire.
Il mio cazzo stava diventando di marmo, lui intanto stava lavandosi il suo, menandoselo con forza.
Le mani tozze quasi non riuscivano ad afferrarlo tutto tanto che le usò entrambe.
Io ero come immobile alla sua vista, lui intanto si sciacquò e uscì.
Il bagno, appunto, era stretto ed io ero ancora davanti al water che provavo a farmelo inutilmente ammosciare.

“Scusa, figliolo, qui è stretto, devo per forza passare.”

Mi passò da dietro, tutto nudo e ancora bagnato. Sentii spingermi con forza verso il muro dalla sua pancia. Mentre il suo cazzone strisciava sulle mie natiche bianche. A quel punto lì non se ne parlava più di riuscire a nascondere il mio cazzo.

“Ahahah, non preoccuparti ragazzo, anche a me capita ogni tanto quando vedo mio figlio nudo. Ce l’abbiamo nel sangue. Sticchi (fighe) e minchie non fanno differenza quando sei di natura un porco voglioso.”

Il mio cazzo voleva scoppiare sentendo quelle parole.
Intanto iniziò ad asciugarsi la testa e, tutto bagnato, tornò di nuovo da me.
Si posizionò di nuovo dietro e portò la bocca al mio orecchio.

“Sai, è da un sacco che non scopo con qualcuno, quel tuo culo sodo mi piace un sacco”

Stava schiacciandomi il suo grosso cazzo contro il mio culo, poi mi afferrò il cazzo con una mano e si spostò di lato.
Iniziò a menarmelo a forza, aprendomi il cazzo come se stesse mungendo una vacca.
Con l’altra mano anch’essa ancora bagnata, mi strofinava il buco del culo.

“Ti piace, vero? Non sai quanti culi ho aperto in campagna.”

Poi si mise a leccarmi l’orecchio e a mordermelo.

Mi sbatté con forza al muro e si sputò sulla mano, lubrifucandosi il cazzo.
Sentivo la sua cappella spingere dentro, ero estasiato. Intanto continuava a menarmelo con forza, a momenti sentivo quasi bruciare la pelle.
Iniziò un lento movimento di bacino andando sempre via via più veloce. Ad un certo punto sentivo le sue palle sbattere sulle mie.

Poi lo tirò fuori, mi prese per un braccio e mi stese a terra. Si abbassò sul mio viso e iniziò a strusciarli le cadenti palle pelose culla mia bocca. Ero su un altro mondo.
Intanto lui se lo menava sempre più velocemente.

“Apri la bocca figliolo, ti ho comprato il latte.

Aprii la bocca e mi infilò il suo cazzo. Quasi non entrava da quanto era grosso. Riuscivo a malapena a leccargli il prepuzio dal poco spazio che rimaneva.

Ad un certo punto venne, sentii la sua sborra invadermi la gola, non finiva mai.

“Bravo, complimenti ancora per la bella minchia che tieni.

Io rimasi due minuti a terra, quasi distrutto.

Lui, invece tornò sotto la doccia. Continuavo a fissarlo mentre si lavava. Se lo menava ogni due per tre.
Ad un tratto mi ricordai del mio amico Andrea, mi alzai di botto, mi lavai la faccia e uscii dal bagno.

Feci in tempo a mettermi davanti al tavolo facendo finta di aspettarlo.

Intanto il padre usci fuori dal bagno in mutande.

“Scusate ragazzi, ho dimenticato di prendere i vestiti prima.

Il suo cazzo ancora duro contro le mutande, sbatteva a destra e sinistra quasi a voler uscire fuori. Mentre una palla stava per ballonzolare fuori.

Questa è stata la mia prima volta con un uomo maturo. Da lì in poi, ogni qual volta potevo, andavo in campagna in bici a cercare qualche bell’uomo da poter compiacere.

È anche così che è iniziata la mia voglia di esibizionismo. Stavo nudo nei campi a masturbarmi ogni qual volta vedessi un uomo maturo.

Mentre con Peppe, il padre di Andrea, non ci furono più occasioni.

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