Clienti particolari – Le coppiette trasgressive.

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Clienti particolari – Le coppiette trasgressive.
Nel 99,99% dei casi i miei clienti tipo sono maschi, singles, arrapati. Esiste però anche quello 0,01% che sfugge alla norma: le coppiette trasgressive. E’ molto raro infatti, ma succede, che si presentino da me coppie maschio/femmina. Le fantasie per soddisfare le quali vengono da me sono disparate, alle volte vogliono essere scopati tutt’e due, alle volte vogliono che sia passiva con entrambi, alle volte che io sia attiva con l’una(o) e passiva con l’altro(a), altre volte mi chiedono di giocare con uno dei due mentre l’altro si limita a guardare. Sono comunque tutte alla ricerca della stessa cosa: trasgressione.
Si potrebbe ritenere che, proprio in virtù dell’aspetto particolarmente trasgressivo della situazione, si determini un certo imbarazzo e/o pudore durante i nostri incontri, ma non è affatto così. Ho constatato che sono senz’altro i più disinibiti tra i clienti, e i più affidabili anche. MAI ho preso buche da coppie. Se prendono un impegno lo rispettano sempre.
Per darvi un’idea voglio raccontare tre diversi incontri, con tre diverse coppie, tra quelli che mi sono rimasti più impressi.

1. La prima coppia in assoluto.

Una coppia lui/lei (almeno a quanto sostiene il lui con cui ho parlato al telefono) mi ha fissato un appuntamento per metà pomeriggio. Sono rimasta un po’ sorpresa perché, pur consapevole che tale eventualità avrebbe potuto prima o poi presentarsi, finora non mi era mai nemmeno successo di ricevere clienti per una cosa a tre, figuriamoci con una coppia m/f.
Come sempre quando so che mi saranno richieste prestazioni attive, mi preoccupo innanzitutto di esserne in grado, per cui evito accuratamente di avere orgasmi durante la mattinata. Anche così però non sono sicura di riuscire a tenere un’erezione sufficientemente a lungo da coprire l’intera ora per cui mi sono accordata: in questi ultimi giorni non ho potuto evitare di sborrare spesso (a richiesta dei clienti) e mi sento un po’ scarica. Decido di aiutarmi con una pillolina blu…
Ho un cliente farmacista che mi rifornisce, ma non amo particolarmente ricorrere al Viagra. Mi provoca bruciori di stomaco e occhi arrossati, però ci sono occasioni in cui aiuta, specie col lavoro che faccio.
La coppietta è ormai qui da una ventina di minuti e stiamo ancora amabilmente chiacchierando sul divano del soggiorno. Ho offerto loro un caffè mentre facciamo un po’ di conversazione. Credo che trovarsi qui a chiacchierare con una trans faccia parte del gioco di trasgressione e li assecondo volentieri.
Mi raccontano di come lui sia stato in passato appassionatissimo di rapporti con trav/trans, ma che da quando sono insieme pare ci abbia rinunciato (dico “pare” perché è lei a dirlo), che per lei invece sarebbe la prima volta e che siccome sono una coppia molto aperta e non si sono mai nascosti nulla, sia stata proprio lei la promotrice di questo nostro incontro. Una specie di regalo al partner.
Li ascolto volentieri (più tempo passiamo sul divano, meno ne passeremo a letto) anche se lei parla un po’ troppo per i miei gusti, mentre il suo compagno si limita a starsene lì, con aria beata, annuendo di tanto in tanto.
Esteticamente non sono certo un granché. Entrambi sulla quarantina. Lei è bassotta, grassoccia e non ha nemmeno un bel viso, lui è un po’ meglio di lei ma è troppo magro, troppo alto e non brilla per personalità.
E lei parla, parla, parla…
Ciò che mi mette più in imbarazzo è il fatto che ogni tanto se ne esca rivolgendomi frasette del tipo oppure Non capisco perché ci tenga tanto al mio giudizio. Mi sforzo di simulare un minimo di entusiasmo.
Anche più tardi, a letto, non accenna a smettere di parlare, nemmeno per un solo minuto. Continua a decantare le lodi del proprio uomo, incessantemente.
Finora però questo meraviglioso esemplare di maschio si è limitato a succhiarmi il pisello anche dopo avermelo fatto indurire (Dio benedica il Viagra), poi, rivolgendosi alla sua loquace compagna di trasgressioni:
“Vuoi farci un giro? Dai, su, salile sopra e prova se ti piace questo bel cazzo”
Sono distesa supina al centro del letto e lei, che nel frattempo si è sfilata le mutande esponendo una figa rasata dalle grandi labbra pendule al di sotto di una molto poco appetitosa pancetta floscia dalle mille smagliature, mi sale sopra a cavalcioni, impalandosi sul mio sesso che ho fatto appena in tempo a coprire con un preservativo.
“Aahhh… che bel cazzo duro… mmhhh… Dillo che non vedi l’ora di provarlo anche tu…”

Mi cavalca così per una decina di minuti, sollevandosi per poi lasciarsi ricadere con tutto il peso sopra le mie povere palle, colpevoli soltanto di trovarsi proprio al disotto del suo grosso culo. Per tutto il tempo che dura non smette mai di tessere lodi sperticate del mio cazzo al suo partner, che nel frattempo si è steso sul letto col viso a pochi centimetri dall’azione. Non riesco a vedere se si stia toccando, ma ritengo di si.
Finalmente si sfila dal mio cazzo inguainato e per un attimo ho il terrore che voglia portare la figa fradicia alle mie labbra. Per fortuna è solo una manovra per sollevarsi dal letto.
“Mettiti qui alla pecorina, dai! Che adesso è il tuo turno!”
Questa frase, sfortunatamente, non è rivolta a me, ma a lui, Ciò significa che non ho più scampo: dovrò fare il maschio e scoparmi questo anoressico culo peloso davanti a lei …sigh!
Nonostante il viagra ho qualche difficoltà al momento di penetrarlo e se non fosse per la mano di lei che, sbucata come d’incanto in mezzo alle mie gambe, mi afferra base del cazzo e palle, strizzandole con energia e guidandomi dentro di lui, non so se ce la farei.
“Ti piace eh, questo bel culetto tutto per te… dai scopalo forte che a lui piace, fallo godere e godi anche tu… non vedevate l’ora tutt’e due eeh?”

“E a te quanto mancava un bel cazzo duro duro dentro? Dimmelodimmelodimmelo! Quanto?”
Non le risponde, limitandosi ad emettere gemiti e mugolii di soddisfazione. Faccio buon viso a cattivo gioco e continuo a pistonarlo meccanicamente.
L’ora concordata, a questo punto, dovrebbe essere già trascorsa. Lo ha fatto venire lei con la mano qualche minuto fa e avevo pensato di concluderla lì, ma sono stata subito richiamata all’ordine:
“Non smettere, non preoccuparti, a lui piace anche dopo aver sborrato. Prenditi il tuo piacere con calma, hai tutto il tempo che vuoi.”
Rifiutare un’offerta simile sarebbe da pazzi e da ingrati, no? Sono incerta se dirle di chiudere una volta buona quella boccaccia dichiarando tempo scaduto, ma, dopo tutta questa fatica, chiudere con una scortesia non mi sembra il caso. Di venire però, in queste condizioni, non se ne parla proprio. Per la prima volta in vita mia, faccio quello che fanno un po’ tutte le donne quando proprio non ne possono più: simulo l’orgasmo!
Abbranco il tizio e lo tiro verso di me, inarco la schiena emettendo grugniti e simulo ripetuti spasmi di piacere. Spero proprio di essere stata convincente. Dovrò solo di ricordarmi di far sparire il preservativo vuoto, dopo.
Se ne sono andati soddisfatti, promettendo che ci saremmo risentiti.
Così non è stato, non perché non abbiano richiamato, ma perché, riconoscendo il numero, non ho più risposto loro. D’accordo che i clienti sono clienti e i soldi sono soldi, ma anche la pazienza della più avida delle puttane ha un limite.

2. Coppietta in casa loro.

“Pronto Monique? Ascolta… io e mia moglie ci chiedevamo se fai anche cose a domicilio…”
“Tua moglie?”
“Si, si tratterebbe di una cosa a tre, io, lei e te”
“Ma… a casa vostra, intendi?”
“Si, sul tuo annuncio non è specificato, per questo ti abbiamo chiamato”
… In realtà mi sono imposta di ricevere solo da me, anche se per prestazioni potrei chiedere più soldi. Secondo me è troppo pericoloso, considerato quanti matti ci sono in giro. Certo, però, se si trattasse DAVVERO di una coppia, non la vedrei troppo rischiosa…
“Di solito non mi muovo, mi spiace… comunque… in che zona sareste, nel caso?”
Mi dice il nome del quartiere, lo conosco, è un posto tranquillo abitato da media-alta borghesia, niente di cui avere eccessiva paura.
“Non so… potrei fare un’eccezione forse, ma… siamo sicuri che tua moglie è d’accordo, si?” Mi è già capitato in passato che in un paio di occasioni il marito volesse organizzare qualcosa all’insaputa della propria moglie ed ho sempre rifiutato.
“Certo che è d’accordo… anzi, guarda… te la passo, così parli direttamente con lei.”
Non me lo aspettavo, sono sincera.
“Ciao, sono Elena, piacere di fare la tua conoscenza. Stavamo guardando le tue foto sul sito e ci siamo detti che ci piacerebbe incontrarti, sempre che a te vada.”
La voce è piacevole e non manifesta imbarazzi di sorta. Entrambi si sono espressi gentilmente e con proprietà di linguaggio. Anche questo ha la sua importanza, per capire con chi hai a che fare.
“Ehmm… piacere Elena, si, ma stavo appunto spiegando a tuo marito che di solito ricevo qui… sarebbe più facile se veniste voi da me, non trovi?”
“Preferiremmo da noi, se per te è possibile.”
“Il fatto è che per raggiungervi dovrei assentarmi per un discreto lasso di tempo e non…”
“Guarda, se è solo questo il problema, forse possiamo risolverlo… fino a che ora ricevi, di solito?”
“Ehmm… fino alle 22.00.”
“Perfetto, lavora pure con comodo allora, e poi ci raggiungi per le 23.00. Noi non abbiamo problemi di orario… inoltre per compensare lo scomodo saremmo disposti a pagarti il doppio di quello che chiedi abitualmente, che ne dici?
“Ma quando? Oggi?”
“Non necessariamente oggi… purchè sia in settimana, magari. Dicci tu quando potrebbe starti bene.”
Non ho più argomenti, per cui, concordato il prezzo (mi sono tenuta decisamente alta) fissiamo per domani sera. Mi lasciano indirizzo e telefono.
L’indomani sera, non avendo in previsione incontri fin da ora di cena, spendo il mio tempo a scegliere un abbigliamento che risulti sexy, ma al tempo stesso non del tutto sfacciato. Non ho più problemi a girare per la città , ma non vorrei comunque dare troppo nell’occhio. Mi aiuta il fatto che sia ancora inverno, ragion per cui potrò indossare una mini inguinale, tanto risulterà coperta dal cappotto.
Ho scelto un trucco abbastanza pesante ma non di quelli che gridino “MIGNOTTA!”, la lingerie è inequivocabilmente da troia, però: Calze in seta con reggicalze, tanga ridottissimo e reggiseno a balconcino, che esalta la mia modesta 2a di seno ottenuta a prezzo di una saltuaria ma ripetuta assunzione di estrogeni (non ho ancora avuto il coraggio di mettere veri e propri impianti per le tette, anche se so che, prima o poi, non me ne potrò esimere). Un paio di stivali in pelle al ginocchio completano il mio outfit da troia discreta.
Alle 23 in punto suono al citofono. Mi aprono, dopo avermi dato indicazioni su piano e interno. L’androne del palazzo è lussuoso, i tacchi dei miei stivali risuonano secchi sulla pavimentazione in marmo. Nell’ascensore ho modo di controllarmi nello specchio a tutt’altezza che ne costituisce la parete di fondo. Mi trovo perfetta.
Mi ha fatto entrare il lui della coppia: è un bel tipo, moro, in forma, non dimostra più di 25 anni. La casa, illuminata in maniera discreta, risulta particolarmente elegante, se non addirittura lussuosa. Una musica chill-out di sottofondo satura l’ambiente in maniera discreta.
“Ciao Monique. Sei bellissima.” Dicendolo mi stampa un bacio su ciascuna guancia.
“Grazie. Ciao, tu sei…?
“Luca, Ti stavamo aspettando.”
In giro non c’è traccia della sua compagna.
Dato che non accenno a muovermi, estrae il portafogli e mi corrisponde quanto pattuito. Lo ripongo nella borsetta, prima di seguirlo.
Mi fa strada attraverso una casa che a me sembra enorme, elegantemente arredata. Finalmente apre una porta oltre la quale ci aspetta una tipa. Anche lei sembra poco più che ventenne. E’ completamente nuda, eccezion fatta per il paio di sandali più alti che abbia mai visto. Ha un corpo stupendo, degno della più raffinata fantasia etero, fianchi perfetti, ambrata pelle di seta, seni che sembrano scolpiti dal Canova in persona. Rivolgendomi un sorriso irresistibile allarga le braccia regalandomi un abbraccio morbido e accogliente. Ha un profumo buonissimo. Tra luci soffuse, musica di sottofondo ed aromi vari, sono talmente inebriata che mi sento euforica.
Mi viene offerto un drink. Opto per un Oban invecchiatissimo. Anche loro se ne versano uno. Secondo giro mentre parliamo del più e del meno, inizia a girarmi la testa. Terzo giro, tra risate e carezze più o meno audaci.
Mi accorgo solo ora che non solo non ho più indosso il cappotto, ma nemmeno gonna e maglioncino. Mi ritrovo abbandonata sull’immenso divano, gambe leggermente divaricate, mentre Elena, scansatomi il perizoma, gioca col mio sesso usando le dita affusolate. Mi accorgo che Luca si è denudato completamente… ma quando è successo? Sta toccandosi languidamente il cazzo. Mi lascio andare.
Ora sto tra le cosce di lei, sul divano, il mio sesso turgido affondato nel suo, di seta. Ha le gambe allacciate alle mie, a volermi trattenere dentro di sé, le labbra contro le mie labbra, ne percepisco il respiro lieve, ma affannato. Sento Luca poggiarsi dietro di me, il suo sesso scorrermi tra le natiche, non chiedo di meglio che di essere penetrata da quel maschio arrapato mentre penetro la sua donna. Noto che il capo di lui si accosta a quello si lei, sporgendosi sopra di me.
“Falle male…” Fa lei al suo orecchio.
Lo ha detto sottovoce, ma ho sentito lo stesso. Non me lo aspettavo, davvero. Ci rimango un po’ male. Quasi contemporaneamente sento il cazzo di lui cercarmi il buchino freneticamente, premere, penetrarmi senza riguardo alcuno. Lo fa cercando di provocarmi dolore. Lei mi blocca tra le sue gambe toniche. Sono troppo aperta perché possa provocarmi sconforto fisico, ma la cosa mi ferisce a livello emotivo. Elena ora mi sta trattenendo usando braccia e gambe, esponendomi alle violente penetrazioni di lui. Ho smesso di rispondere ai suoi baci lascivi e mi limito a subire gli assalti frenetici di lui, sentendomi niente più che un giocattolo nelle loro mani.
Non è superdotato, il caro Luca. Ci vorrebbe altro per mettermi in difficoltà. Appare evidente come, nonostante i suoi sforzi, non stia raggiungendo lo scopo prefissato da lei, da lui, o forse da entrambi. Lei si sfila da sotto di me, insofferente, lasciando lui a pompami nel disperato intento di provocarmi dolore. Rimango lì a farmi scopare, troppo delusa per reagire.
Dopo qualche minuto si riaffaccia Elena:
“Lasciala a me, ci penso io…”
Noto una nota di durezza nella sua voce che non promette niente di buono, ma me ne rimango lì, inerte, ad aspettare quello che viene.
Lui le cede il posto, lei ha evidentemente indossato uno strapon, perché ne percepisco la innaturale rigidità mentre me lo affonda nell’ano con particolare cattiveria. Non faccio una piega, evidentemente ha sottovalutato la mia capacità di ricevere grossi calibri. Mi scopa con colpi violenti, irriguardosi. Mi chiedo se, oltre al piacere di tipo psicologico, ne stia provando anche uno di tipo fisico. Decido di non darle soddisfazione, arcuo ancor di più la schiena offrendole il culo in maniera quasi derisoria. Inizia a colpirmi forte col palmo delle mani aperte sul culo, sempre più forte, in maniera parossistica, quasi. Sto iniziando a preoccupami quando Luca interviene, trascinandola via a forza.
“Lasciami stare! Non ho ancora finito con lei! La abbiamo pagata per questo, no!?”
“Stai esagerando… calmati… “
“Non voglio calmarmi… lasciami!”

Alla fine riesce a farla ragionare, ma ormai l’atmosfera è irrimediabilmente rovinata. Ne approfitto per rivestirmi e farmi riaccompagnare alla porta di casa da Luca.
“Scusala tanto, non so che le è preso… tieni altri 100 €… e scusaci ancora.”
Ok, non male… faccio un po’ l’offesa, ma in cuor mio me la rido. Trattare coi dilettanti è sempre un piacere…

3. I più simpatici.

La terza coppia di cui vi voglio raccontare è in assoluto la più simpatica che abbia mai incontrato. Ci siamo divertiti per molte volte, assieme, fino a che non decisero di andare a vivere nel centro-America. Non racconterò di un incontro in particolare, ma dei motivi per i quali mi sono risultati sempre così simpatici.
Entrambi tra i 30 e i 40, disinibiti, spiritosi, sempre disposti a divertirsi. Né particolarmente attraenti, né spiccatamente intellettuali, ma spontanei e trasparenti, forse addirittura un po’ naifs. Da una serata insieme potevi sempre aspettarti sesso disinibito, naturalezza, buone maniere e, soprattutto, tanta complicità e divertimento. Avevano un tale effetto euforizzante su di me che già dal nostro terzo incontro comunicai loro la mia intenzione di non essere pagata per fare sesso con loro. Lo avrei fatto gratis ogniqualvolta avessero voluto. Trovarono però sempre il modo di ricambiare questa mia preferenza, in maniera gentile e discreta, sdebitandosi con regali di varia natura, inviti per cena o addirittura per week-ends in località turistiche a loro spese.
Le loro preferenze sessuali erano semplici, niente di morboso. A lei piaceva essere scopata, da me, da lui o da entrambi, sempre manifestando il proprio piacere in maniera così spontanea e naturale da risultare in un certo qual modo quasi commovente. Lui, di gusti semplici, non nascondeva la propria eccitazione nell’avere a disposizione due femmine (magari di cui una sola biologica) con cui giocare, dichiarando il proprio entusiasmo apertamente, sia che si trattasse di semplici complimenti verbali, sia di manifestazioni fisiche esplicite, abbracci, baci o palpatine lascive che fossero. Tutto comunque alla luce del giorno, senza tentativi di nascondere la cosa all’una o all’altra di noi. Sessualmente attivo, ma sufficientemente disinibito per giocare anche col mio sesso manualmente od oralmente senza farsene problemi. Insomma, una coppia ideale.
Di particolare, oltre all’estrema piacevolezza di trascorrere del tempo in loro compagnia, ricordo la singolare gittata degli schizzi di sperma di lui, assolutamente fuori dal comune: poteva essere misurata in METRI (la prima volta che lo notai, lei ridendo mi confessò come il muro dietro la testata del loro letto di casa ne fosse letteralmente costellato e di come, dopo alcuni infruttuosi tentativi di ripulirlo, si fosse rassegnata alla presenza di quella singolare e gioiosa decorazione permanente).
Ancora oggi non posso evitare di sorridere quando ripenso ai bei momenti trascorsi assieme.

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